venerdì 22 agosto 2014

Basilicata Cost quel che Cost - giorno 1

Lunedi 18 agosto 2014

Una spalla sublussata da una parte. Postumi di una febbre a 38, una leggera distorsione all'alluce destro e un Herpes labiale invasivo dall'altra.
Non è l'esito, è l'inizio.
Con questo quadro clinico confortante partiamo da Amalfi. Uno strappo in auto fino a Minori, le curve della costiera in autobus fino a Salerno a far ballare lo stomaco e infine due ore di treno regionale sovraffollato in direzione Maratea, con scene da terza classe di altri tempi.
Ma ora siamo qui, sotto il Cristo Redentore. E si comincia.

Il programma del primo giorno sarebbe stato il solo trasferimento da Amalfi a Maratea, noi però non ci si fa mancare nulla. Maratea, nobile e sdegnosa, ci rifiuta l'ospitalità. È tutto pieno. Non c'è posto. Oppure ci sta, ma costa caro e si dovrebbe tornare giù a livello mare. Indietro no: è una regola.


Sono le 18. Quanto dista Trecchina, il centro più vicino? 11 chilometri. Lì c'è una stanza e la troviamo grazie alla gentilissima impiegata dell'ufficio turistico di Maratea: non che avesse altro da fare, ma con noi ha fatto più del suo dovere. Si parte subito a piedi, anticipando parte del percorso previsto per l'indomani. La donna sorride ma si capisce che tra sé e sé si chiede chi ce lo faccia fare.

La strada è asfalto e macchine che sfrecciano un po' troppo vicine. Ad un certo punto l'itinerario scaricato da internet che dovremmo seguire grazie al gps ci mette di fronte ad una strada  chiusa da rete metallica e filo spinato. Forse ci siamo sbagliati, non abbiamo ancora confidenza con lo strumento. In ogni caso meglio sacrificare la variante panoramica e scegliere quella più veloce: i monti alle spalle accorciano il crepuscolo. 

Alle 20 siamo a Trecchina. E i manifesti dicono che stasera c'è pure il concerto di Fiordaliso in piazza.
Doccia. Si lava la maglia che ha già 500 metri di salita a livello ascelle da epurare e si esce.
Cibo! Il ristorante scelto coi Social ovviamente è pieno. Vanno tutti lì. Il primo tavolo libero è alle 23.00. Grazie tante. Poco più avanti c'è la trattoria alla Tettoia (che a noi subito era parsa "alla tettona". Ma no, proprio no, non era così).
Cucina casalinga, onesto l'Aglianico del Vulture sfuso, superbo il salame di cioccolato, degno del bis. Tira un'aria fresca e mi sa che il concerto di Fiordaliso lo si ascolta dalle finestre della camera.

Appoggiando la testa sul cuscino, la domanda ci ronza ancora dentro: "perché lo fate?".
La risposta ci sarà alla fine. O anche no.

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