Mercoledì 20 agosto 2014
I giorni critici si vedono fin dal mattino.
Alle 7 il frigo della colazione completamente vuoto, rapinato da ospiti più insonni e meno onesti di noi. Si fa colazione al bar e poi si parte zaini in spalla. Dopo 15 minuti di cammino ancora le nostre teste sono sovrastate dai nuovi svincoli di Lauria nord: un gran bel vedere insomma; poi finalmente inizia la salita verso il monte Serino.
Il sentiero è terra arata e battuta dalle gomme esagerate dei Quad. Qui in montagna mica si va a piedi eh?! Se tu chiedi a qualcuno quanto ci si mette ad arrivare là a piedi questo ti guarda con l'occhio da bue e ti dice "boh". Ed è pure meglio se ti dice che non lo sa, perché quando provano a sparare i tempi di salita son proprio fantasiosi: "in macchina ci vuole mezz'ora. A piedi penso un'ora...".O qui le macchine vanno a pedali o di andare in giro camminando la gente lucana manco ci pensa. Delle due una.
Saliamo dunque per questo sentiero dritto e moscoso. Tafani, per la precisione, a girarti intorno come fossi l'unica bestia nel raggio di chilometri. E probabilmente è proprio così!
Raggiunta quota 1200 metri, inizia un altipiano in mezzo alla steppa e non finisce più. Unica compagnia, i segnali del metanodotto della Basilicata.
Il panorama potrebbe essere carino ma non si vede nulla per via di felci ed equiseti alti due metri, che neanche nel giurassico.
Poi la scena si apre, dall'altra parte della valle monti alti e brulli e addirittura qualche casa. Noi si procede senza sapere bene cosa ci aspetterà. Abbiamo sentito parlare di un lago e di un rifugio, ma non sono in itinerario e allora ciao.
Dicevamo delle giornate critiche. Oggi il problema è dato dal nulla che ci accompagnerà fino alla meta: Moliterno. Tanta strada. Niente soste vere, solo un goccio d'acqua e si riparte. E si sbaglia strada. Con la traccia GPS te ne accorgi ma non subito, percorri 100 o 200 metri prima di vedere che il segno rosso ha preso un angolo diverso dal segno blu. Forse è di qua... No. Allora proviamo di là. No. Ma non ci sono altre strade! Aspetta, qui c'è la parvenza di sentiero. Il GPS conferma e noi si affronta la sterpaglia che invade sempre la via giusta.
Questa scena si ripete più volte. Troppe volte. Ma alla fine si trova, alla fine si va.
Poi ad un certo punto tutte le vie sembrano perdersi nel nulla. Proviamo almeno 5 direzioni diverse ma tutte portano altrove o si spengono nei pascoli. E noi ci entriamo, in mezzo ai pascoli, col gps puntato a mirare una ipotetica intersezione con la nostra traccia lì, a meno di 50 metri. Ma il bosco e la sterpaglia spinosa diventano un muro e ci tocca fare i moonwalker.
Due scelte: abbandonare la nostra traccia e seguire l'unica strada che meritasse quel nome in mezzo a tale deserto di abbandono. Oppure tornare ad insistere tra i rovi della direzione giusta. E così facciamo. E facciamo bene! Malmesso ma c'è: vittoria! Certo, di Pirro.
Un cancello con tre ordini di filo spinato ci sbarra la strada. Davvero questi lucani non ne vogliono sapere dei turisti a piedi.
Oh beh, ma arrivati a questo punto mica ci fermiamo di fronte ad un reticolato. C'è lì vicino una branda metallica e siamo del tutto intenzionati ad abbattere l'ostacolo: sto ancora saltando sulla rete del letto per cercare di staccare almeno un giro di filo spinato che un tipo si avvicina alle nostre spalle. È un pastore, o il mandriano, che importa: non sembra contento.
Lei, subito, "ci siamo persi...".
Io, ridicolo, mostro all'orso lucano il mio palmare con la traccia del sentiero. "Non ci siamo persi, è che il sentiero sparisce".
E lui, tranquillo: "voi siete perfetti nel sentiero, solo che il sentiero non c'è più" - concetto chiarissimo, mancava solo la mano sulla fondina - "vi faccio passare ma vi conviene raggiungere la strada asfaltata, che qui è tutto cancelli. E cani".
Quell'ultima parola ci convince definitivamente. Asfalto: a noi!
E dopo chilometri di sentiero deserto, arrivano chilometri di strada nel nulla. Fame e ginocchia incazzate. Morale a terra e passi automatici finché una giovane contadina non ci dice le due parole magiche "agriturismo" e "vicino".
La facciamo breve: alle 15 siamo con le gambe sotto il tavolo in un trionfo di pasta porcini e tartufo.
Per oggi ne abbiamo abbastanza. Ci si ferma qui.
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