lunedì 9 ottobre 2017

Belli come dei pazzi

Già sposarsi è una pazzia. 

Un tempo no, forse: c'era un percorso quasi obbligato, con alla base una certa dose di calcolo e la spinta della necessità. Il resto era amore, se andava bene.
Oggi prima viene l'amore, finché dura. Mettere ai margini convenzioni e convenienze significa porre in primo piano la relazione di coppia, anche se l'arrivo dei figli qualche tema lo pone comunque.
E che ne è del calcolo e del buon senso? Trionfa ancor più dell'amore: ci si unisce finché qualcosa o qualcuno non ci separi.
La convivenza è il suggello di fatto dell'unione di coppia e nella stragrande maggioranza dei casi ormai è sufficiente (e anche comodo) così.

Perché quindi sposarsi oggi, se non per pazzia o per sottovalutazione del fenomeno?
A due miei carissimi amici però questa follia non bastava. Hanno voluto dare una gran pedata nel culo anche al buon senso, alla prudenza e soprattutto al calcolo. Tutto insieme.
Convivono da anni, hanno già due figli, decidono di sposarsi. Bello ma fin qui niente di davvero sorprendente.
Invitano un centinaio di persone tra amici e parenti. Anche qui c'è poco da raccontare.
A loro piacerebbe sposarsi in Sicilia: ah beh, allora le cose cambiano -dicono Buon senso e Calcolo, che non sono abituati a essere contraddetti- in tal caso è meglio separare la cerimonia dalla festa. "Si ma se facciamo così, quando dopo aver detto il Sì mi volterò, non vedrò nessuno!", dice la futura sposa.
“Allora portiamo tutti gli invitati in Sicilia con noi e passiamo con loro un intero week end: sarà una festa memorabile!”.
Chi ha parlato? Chi ha detto questa solennissima minchiata? (sono sempre Buon senso e Calcolo a parlare). “Io ho parlato!” dice la Follia, gli occhi che brillano di entusiasmo incosciente.
Portare giù in Sicilia 100 persone in aereo, ospitarle in un albergo (no, meglio in due posti diversi, di cui uno raggiungibile solo con il fuoristrada), celebrare il matrimonio in una riserva naturale (dove si arriva per l’appunto col furistrada o a piedi), portare con due pullman tutti gli invitati a visitare un po' di meraviglie in attesa di arrivare in un altro posto ancora, per far vivere a tutti un'esperienza che cancelli ogni precedente idea di festa nuziale. Magari il giorno dopo li si porta tutti al mare, che in Sicilia a Ottobre si fa ancora il bagno!
Questo è il piano della Follia.
Buon senso e Calcolo non possono credere ai loro orecchi. Si rifiutano di dedicare anche solo un neurone alla definizione di un piano così assurdo. Ma ormai la visione si è accesa e dentro i futuri sposi nasce la certezza di non avere in realtà altra possibilità se non realizzare l'incredibile piano della Follia.

E così inizia una preparazione lunga mesi, interpretata come la sceneggiatura di un film con due protagonisti e 100 comparse pagate. Ci sono i trailer, le anticipazioni, i rumors. C'è anche il regalo della Sfiga, che fa saltare un piano voli perfetto e costringe i due a ripianificare, ridistribuire e frammentare le tratte per tutti gli invitati. Colpa di Ryanair che in quelle settimane ha comprato a peso d'oro i voli per le isole, per far fronte alla fuga dei loro piloti, stufi di essere sfruttati e sottopagati.
Forse, questa entrata a gamba tesa della Sfiga ha provocato l'unico serio vacillamento nella decisione dei due sposi folli.
Ma, si diceva, Follia non torna indietro anzi, si alimenta delle difficoltà e spinge l’asticella ancora più in alto.

E così un venerdì sera siamo partiti. Dopo mezz'ora tutto l'aeroporto, addetti al servizio bar inclusi, sapeva di Follia -divenuta nel frattempo Collettiva- che stava iniziando a dar forma al suo piano perfetto.
Non vi racconto i dettagli di questa avventura, che gli sposi hanno voluto racchiudere dentro al riserbo desiderato per tutte le cose importanti, ma il piano della Follia si è rivelato così grandioso da permettere lo svelamento di una sua dimensione nascosta e da pochi considerata: la bellezza.
La Bellezza ha pervaso tutto e tutti ed era ovunque: nei luoghi, nella diversità delle persone, nella grande sintonia e nell'autenticità di tutti i momenti.
Tutto è stato spinto oltre, la miriade di piccole e grandi difficoltà organizzative è stata superata con la tenace pervicacia dei folli. Alla fine tutti sono volati verso casa, in quattro voli diversi e coi bagagli scompaginati, ma con tutti i sensi galvanizzati dalla centrifuga di emozioni di quei giorni e con il cuore pieno di gratitudine per gli sposi.

È vero, è stata una pazzia. Bellissima.

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